"Quanto mi ami? Quanto mi odi?" La fotografia delle coppie abruzzesi

TERAMO – Ancora segno meno per il capitolo matrimoni in Italia: dopo l’inversione di tendenza del 2007, il
2009 ha evidenziato una flessione iniziata un anno prima, archiviando un quoziente di nuzialità che passa dal 4,1 al 3,8per mille. Ma il 62,5% degli italiani continua a preferire il rito religioso. E’ quanto certifica l’Istat, che nel 2009 ha registrato 230.859 matrimoni, contro i 246.613 di un anno prima. In Abruzzo i matrimoni nel 2008 sono stati 4883, il 25% dei quali sono stati celebrati con rito civile e gran parte in regime di separazione dei beni. Ha preferito il regime di comunione dei beni il 35,6% delle coppie sposate. meno propensi al matrimonio i cittadini della Valle d’Aosta che ha visto nello stesso anno di riferimento solo 507 matrimoni mentre a crederci di più è la Lombardia con 34mila 327 matrimoni. L’affermarsi di una mentalità maggiormente individualistica rispetto al passato però ha influenzato aspettative e aspirazioni dei singoli soggetti, tanto che nel panorama dei mutamenti familiari consistente è stato in Abruzzo il numero di divorzi nel 2008, ovvero 1702, magra consolazione il fatto che gran parte (1418) sono avvenuti in forma consensuale e il resto (284) in forma giudiziale. L’età media alla separazione è di 45 anni per gli uomini e di 41 per le donne. La durata media di un matrimonio che si conclude con il divorzio è di 14 anni, ma scricchiolii evidenti si registrano già tra i primi 4 e 7 anni di matromonio. Il dato abruzzese è  in linea con la media della "sopportazione" italiana, gli unici più resistenti sono i cittadini della Basilicata Più resistenti i cittadini della Basilicata, dove le separazioni arrivano dopo una media di 16 anni di matrimonio.